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Studiosa di germanistica, docente presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, oggi in quiescenza. Si occupa di filologia medioevale e di iconografia simbolica, oltre che di antropologia culturale e di folclore alpino.
La “microfisica del potere” (Foucault) ha sempre usato il controllo subdolo del sapere quale arma per garantire il controllo sociale sull’individuo, negando, tra l’altro, per secoli il fondamentale diritto all’istruzione a vasti ceti della popolazione.
Il ricorso al vituperio della donna colta in questo contesto era, ed è, particolarmente odioso, perché ha creato stereotipi efficaci.
Che fare?
Coltivare la passione per il sapere, curare ricerche e dibattiti, per scovare le vie contorte della prassi sociale, le radici recondite di pregiudizi e repressione.
“La storia delle lotte per il potere, dunque delle condizioni reali del suo esercizio e della sua conservazione, resta quasi tutta sommersa. Il sapere non vi mette mano: non la si deve conoscere.”